Il gioco dell’oca

“L’arancione è un bel colore, il problema è che stanca presto”

Molte volte mi sono sentita dire questa frase. Da chi decorava appartamenti a chi vendeva vestiti fino agli articoli per la casa. E ora ci credo pure io. Ma per un altro motivo.

Sono tornata al punto di partenza. Zona arancione, si ritorna al via. In fondo un po’ potevo aspettarmelo, avevo una particolare abilità nel gioco dell’oca: riuscire con i dadi a fare quel numero che beccava al primo colpo la casella che ti rispediva al via. E questa dote l’ho portata anche nella vita di tutti i giorni, in questo ho talento.

Continua il confinamento e la ricerca del lavoro che non c’è, che forse non c’è per te perché il resto del mondo si muove, forse la sfortuna di trovare persone oneste è che sono oneste nel momento sbagliato. Quando dovrebbero mostrare solidarietà o una minima onestà ma nei tuoi confronti sembra non essere mai la giusta occasione.

Intanto le spese continuano, le tasse universitarie richieste come se non ci fosse in corso una pandemia sono la ciliegina su questa torta di merda. E le litigate tra student* la panna acida che non ho più voglia di mandare giù. C’è un tempo per tutto e il mio per queste cose è finito al primo anno di fuori corso. Ognuno poi pensi a sé, un buon insegnamento da trarre da questo covid.

Ora prosegue la mattanza di cose che per il momento non potrò più fare per rientrare nelle spese: niente più salute mentale (troppo care le sedute, il prazene mi deve bastare), niente svaghi di sorta, niente studio dello strumento (l’arte non paga, poi pure io che scelgo ste cose improduttive). Niente di niente. Consumare quel poco per continuare a vivere. E ricevere sempre lezioni di vita non richieste, sempre e comunque. E quando dici basta continuano, mai sazi di darti consigli e pianificare la tua vita. Quanto sarebbe utile capire l’importanza del silenzio.

Non mi parlate di reinventarmi perché credo di aver vagliato ogni tipo di lavoro, di aver scoperto una flessibilità che credevo di non avere.

Maledico chi dice di essere ottimista. L’ottimismo è morto nel momento in cui migliaia di vite sono state messe in stand-by perché non si ha la più pallida idea di cosa fare.

Ora andate a fare le vostre compere quotidiane, mentre ricomincio il gioco e aspetto di avvicinarmi alla casella del ritorno al via. Dovrebbe essere intorno a gennaio.

Nella puntata precedente

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